Fedra 2003 – regia di Angelo Generali (Rosaspina.Unteatro – ERT)

L’INTENSA FEDRA DI SANDRA CAVALLINI AD AQUILEIA
E’ sembrata costruita sulla tecnica e sulla bravura di Sandra Cavallini la riscrittura di Fedra, il classicissimo tema del teatro greco e latino che martedì sera ha aperto Aquileiaestate 2005[…] Sessanta minuti intensi, in accelerazione costante, motivati da un testo intrigante che, come si diceva, ha avuto il sostegno del sudore di una Fedra inedita, claustrofobia, chiusa dentro i fantasmi ossessivi della sua mente.[…] Tutta la narrazione si appoggia sulla parola, sul corpo ossessivo, pregno della Cavallini-Fedra, un corpo che lascia la sua dimensione spaziale per espandersi, contrarsi, illuminarsi od oscurarsi a seconda del codice linguistico utilizzato.
IL MESSAGGERO VENETO Alessandro Montello, 28 luglio 2005

LA FEDRA DEL 2003…
Fedra rivive così in una Sandra Cavallini superbamente carnale, offuscata alla platea da un velo mai sollevato durante i dodici quadri, sovratitolati da didascalie luminose, in cui si articola il dramma borghese di una donna che materializza nel figliastro timido e profumato.
IL GAZZETTINO Davide Lorigliola, 31 luglio 2005

QUESTA FEDRA “PADANA” AIUTA A EVITARE L’ANALISTA
Protagonista Sandra Cavallini, una brava attrice già vista recitare accanto a Margherita Hack in “Variazioni sul cielo”, ma che qui preferisce confessare le proprie pene a quattro microfoni che la circondano. Il mito antico presentava Fedra come depositaria di una passione impossibile e devastante per il figliastro Ippolito, molto più giovane di lei e poco sensibile ai richiami dell’amore.
IL PICCOLO Roberto Canziani, 28 luglio 2005

Va da sé che è impressionante constatare quanto possa essere efficace l’uso intelligente d’un mito, pur antichissimo, nella lettura e nella comprensione profonda della nostra realtà contemporanea[…] L’amore incestuoso di Fedra trova in questa intensa ri-scrittura una nuova e intelligente lettura: è incestuosa, e in quanto tale estremamente autentica ed affascinante, l’incapacità (che forse è pure politica) di questa donna di lasciar andar via il suo amore […] Sandra Cavallini è sola sulla scena e sa dare di questa vicenda un’interpretazione davvero intensa e complessa trovando, di battuta in battuta, il giusto e difficile equilibrio espressivo tra i toni patetici e straziati di un’anima che si perde negli spasimi velenosi dell’amore frustrato ed una rigorosa e forzata compostezza d’atteggiamento che la ragione, da sola, non può garantire. Un equilibrio che si riscontra anche nell’impostazione registica complessiva: accanto alla vicenda mitica e umana è infatti presente ed attiva in scena un’importante e felice riflessione su quale linguaggio scenico e spettacolare oggi può esprimere efficacemente questa vicenda.
DRAMMA.IT di Paolo Randazzo, 16 OTTOBRE 2005

SE FEDRA INDOSSA ABITI BORGHESI
La Fedra di Puppa è una donna spaesata in una vicenda medio borghese lombardo-veneta d’oggi che percorre l’inferno del desiderio[…] Non si arriva però ad una confessione, alla catarsi finale, perché la vita va avanti, inesorabile, e i bei gesti, così come quelli tragici, non sono più consentiti. Il monologo è tenuto magistralmente da Sandra Cavallini.
IL DOMANI DI BOLOGNA, Eugenia Palumberi, 14 marzo 2005

Variazioni sul cielo – regia di Fabio Massimo Iaquone
(Il Rossetti – Teatro Stabile Friuli Venezia Giulia, Promomusic, Mittelfest)

Sembrava che Variazioni sul cielo, tratto da ‘Sette variazioni sul cielo’ di Margjerita Hack, fosse nato esclusivamente per il Mittelfest; in verità, dato il successo e anche la struttura particolarmente teatrale, la messainscena di fabio massimo Iaquone ha potuto vantare una tournée, come ospite in teatri importanti come l’Eliseo di Roma, il Ponchielli di Crtemona, il Carcano di Milano. (…). Il palcoscenico, oltre che di Sandra Cavallini, vide la presenza della scienziata che raccontava delle stelle, del Big bang, accompagnata da un pubblico numeroso, affascinato, come in una specie di sogno dove il mondo onirico trovava un posto per la scienza e viceversa. Miracolo della scienza o miracolo del Teatro?
TEATRO E SCIENZA, da Eschilo a Brecht e Barrow – Andre Bisicchia, UTET 2005

Una sera al teatro Eliseo di Roma mi ha riportato con la memoria agli anni della dolce vita […] Qui Roberto Rossellini presentò gli amici più cari Ingrid Bergman; Vittorio De Sica […]; Luchino Visconti […] Le feste spesso finivano all’alba e perfino al rivalità tra gli artisti sfumava nel clima euforico di una Roma vitalissima, creativa, capitale di intere generazioni di artisti. Oggi, l’Eliseo, dove ho assistito allo spettacolo Variazioni, sembra conoscere una nuova stagione di successi.
PANORAMA Mario d’Urso, 15 ottobre 2004

L’esegesi dei testi iniziatici, impostati come sequenze di sogno (nel continuo processo di realizzazione) di una donna che ancora bambina provava il supremo diletto osservando il firmamento, è affidata a Sandra Cavallini a cui inoltre, dobbiamo il pensiero di trasporre i libri della Hack nella dimensione teatrale. Con gesto attentamente curato – un po’ da trapezista e da graziosa ballerina fanciullesca – e con registri narrativi modulati sulle risonanze fiabesche del racconto, l’attrice agisce nel coinvolgente disegno creativo firmato dal regista.
IL GAZZETTINO Dejan Bozovic, 5 dicembre 2004

Margherita Hack […]si è trovata piuttosto bene a scrivere i testi di questo evento che poi ottimamente è stato sviluppato dalla regia di Fabio Massimo Iaquone che ha unito suoni e immagini a corredo, bello ma anche utile, dei testi e della recitazione partecipata ma anche doverosamente precisa di Sandra Cavallini.
IL MESSAGGERO VENETO G. Carbonetto, 24 luglio 2004

La messa in scena, liberamente ispirata al testo di Margherita Hack “Sette variazioni sul cielo” è interpretata alla perfezione da Sandra Cavallini, unica interprete cui si deve l’idea dello spettacolo.
NUOVA AGENZIA RADICALE Sonia Arlacchi, 8 febbraio 2005

In quella cosmogonia l’attrice che racconta a spezzoni le fasi della sua indagine dell’alto pare persa, come un’Alice sorpresa in un’astrale paese delle meraviglie.
IL GAZZETTINO Angela Felice, 25 luglio 2004

Una materia difficile, che tuttavia arriva la pubblico in modo efficace, nella rielaborazione del testo ad opera di Sandra Cavallini – che è anche interprete sulla scena – e nella regia di Fabio massimo Iaquone, che hanno il privilegio di avere scartato la tentazione dell’enfasi a tutto vantaggio dell’essenziale. Le parole scelte con cura, definiscono i contenuti che si ritagliano come bassorilievi, e la Cavallini interagisce elegantemente con la scenografia, tutta giocata sulle creazioni video.
LA NUOVA VENEZIA Alessandra Lionello, 28 ottobre 2005

Quasi una magnifica fiaba, un’odissea, dove i protagonisti sono le stelle, la luna, la prima passeggiata sulla sua superficie in tutto e per tutto simile, nello spirito al viaggio di Colombo
L’Unità Maria grazia Gregori, 26 luglio 2004

Non siamo lontani dall’ansia di ricerca astrofisica riversata da Margherita Hack e Sandra Cavallini, in Variazioni sul cielo, sulla scia del libro quasi omonimo in uno spettacolo per luci, suoni e sogni [..] come una novella combattiva Eva, in un viaggio-conferenza tra i magici video naturisti del regista Fabio Massimo Iaquone, attraversando con semplicità i secoli tra domande infinite per formulare l’ipotesi di un “multiverso” in cui potremmo convivere con irraggiungibili extraterrestri lontani milioni di anni luce.
LA REPUBBLICA Franco Quadri, 26 luglio 2004

… e altro

La tragedia è sempre ad un passo dal prorompere dando alla comicità della poliedrica S. Cavallini una cifra di forte originalità. BRESCIA OGGI – 29 Agosto 1991

Sandra Cavallini già brillante con “Il malato Immaginario” ha colto un altro bel successo […] con il Teatro del Frizzo, in scena “Le tentazioni” […] una dimensione di lucida originalità in un racconto che senza sosta regala schietti (ed improvvisi) momenti di esilarante comicità, i due interpreti mettono in mostra tutta la loro bravura con una performance, piccolo gioiello di gestualità e azione scenica, come di rado è dato vedere.
IL RISVEGLIO POPOLARE, F. Ganio-Ottavio, 19 Marzo 1999

Lo spettacolo, con lui assassino poco convinto malgrado cappi, coltelli ed accette, e lei donna dai molteplici ruoli da rinnovare a grande velocità. Desideri erotici si intrecciano a desideri di morte, in un gioco folle, ricco di sorprese ed allegria.
LA GAZZZETTA DI PARMA, Valeria Ottolenghi, 26 Agosto 1993

Un torinese ed una bolognese, si caratterizzano per un maggior utilizzo delle tecniche teatrali dove a scatenare la risata non sono le battute, ma le situazioni surreal-orrorifiche di una suora e del suo giustiziere.
LA REPUBBLICA, 13 Aprile 1993

A tu per tu con il passeggio serale, S. Cavallini e M. Piombo, pronti a confrontarsi con la quotidianità e a sfidarne la distrazione. […] Sfoggio da affiatamento fra le “maschere” inscenando una comicità asciutta, a tratti lugubre, fino al grottesco e al folleggiante. Il dominio dei carattere e della corporeità lascia comunque spazio all’improvvisazione. […] Forse la Commedia dell’Arte è anche questo, è desiderio comico di realtà e di credibilità.
LA GAZZETTA DI REGGIO EMILIA Mario Gobbi, 14 Agosto 1993

Applausi particolarmente calorosi sono andati al termine a Sandra Cavallini e Aldo Sassi, rispettivamente nei ruoli della balia e del frate, entrambi così pronti a partecipare all’avventura d’amore di Giulietta e Romeo, incoscienti come i due giovani.
GAZZETTA DI PARMA Valeria Ottolenghi, 29 Novembre 1997

Sandra Cavallini è una balia (di Giulietta) amorevole, pettegola, angosciata, di una sensibilità, duttilità e misura non comuni. LA SCRITTURA INCANTATA Nino Campisi, Settembre 1997

A seconda dell’intensità gli interpreti mostrano in scena maggiore o minore spessore drammaturgico bene la signora Jouridain di S. Cavallini.
IL RESTO DEL CARLINO Alberto Artese, 29 Dicembre 1997

Molto più schietta, più vera e anche molto applaudita dal pubblico dell’Abeliano la signora Jourdain, ne “Il borghese gentiluomo”, impersonata da S. Cavallini. L’attrice interpreta il ruolo della donna dal buon senso, lungimirante ma allo stesso tempo spiritosa e coraggiosa.
LA PUGLIA Elia Parlavecchia, 23 . 02. 1997

Sandra Cavallini è una superba Caterina ne “La bisbetica domata”, nevrotica e piena di sfumature tonali e di guizzi.
QUI PARMA – 28 Novembre 1996

Ecco la serva Tonina (una incisiva ed energica Sandra Cavallini) sgambettare continuamente ed invano tra rimbotti acidi del padrone.
GIORNALE DELLA TOSCANA S. Maggiorelli, 25 Gennaio 1999

Brava in particolare Sandra Cavallini che, nel ruolo di Tonina, la serva vivace, decisa, attivissima di Argante, muove tutta la commedia.
GAZZETTA DI PARMA Valeria Ottolenghi, 29 Gennaio 1999

“Cerco un paese innocente” ha inciso nei cuori una catena di impressioni, ravvivando la memoria con gli strumenti della cronaca e stimolando i sensi con l’emozione della musica e delle parole. Un’armonica commistione di linguaggi costruita dall’attrice Sandra Cavallini, ideatrice del progetto. (…) Ma vince la commozione quando sul palco sale Sandra Cavallini e scandisce il suo monologo dove si rincorrono voci di un dramma terribile che intreccia il linguaggio freddo del criminale ai pensieri confusi di vittime e testimoni. Sullo sfondo scendono, ad una ad una, strisce di tela su cui Gino Pellegrini ha dipinto file di occhi, e l’applauso sembra non finire mai.
IL RESTO DEL CARLINO Luciana Cavina, 6 gennaio 2006

“Rapporto su La banalità del male. Sul palco Sandra Cavallini, coautrice, con Paola Bigatto, della riduzione scenica del testo di Hannah Arendt. Nel tentativo di ripercorrere le tappe che man mano esclusero gli ebrei dal vivere comune, l’inviata di un giornale americano cammina sul filo sottile che separa la razionalità (fatti, numeri) dall’incomprensibile (…) Sandra Cavallini dona al personaggio la quotidianità di una donna vera e il suo turbamento, che trasmette a chi la ascolta. Applausi da un pubblico troppo esiguo per l’occasione..”
IL GIORNALE DI BRESCIA Paola Carmignani, 2013

L’appuntamento (…) sul palco una coppia di interpreti surreali, delicati e intensi. Due anziane, una l’alter ego dell’altra. (…) Questo “appuntamento” ha uno stile volutamente non facile (…), quando la lotta per la vita è a volte ridotta a quella per la quotidianità, si scopre che io sono io, uno fra gli altri senza giudizio e con il sorriso sul volto. Le luci di Elena Guitti avvolgono gli attori in continui chiaroscuri, quelli dello stile registico di Maccarinelli che sa indagare nelle pieghe dure della vita, quella vera.
Simone Tonelli, IL GIORNALE DI BRESCIA 23 febbraio 2014